lunedì 16 gennaio 2012

Boeing, primo produttore mondiale di Aeromobili


Con questo post, concludo questa mia ennesima esperienza negli Stati Uniti, e cercherò anche di trarre delle prime conclusioni su quanto ho potuto constatare tra San Francisco, Las Vegas e Seattle.
Visita alla Boeing.





Seattle è una città giovane, è stata fondata intorno al 1850 da 24 persone che si sono insediate in questa zona per produrre legname soprattutto per la ricca città di San Francisco, reduce dal periodo dell’età dell’oro, quindi una città in forte espansione anche per il numero di abitazioni da costruire.
Così Seattle è cresciuta molto in fretta. Agli inizi del 900 invece, il Signor Boeing iniziò a progettare e a costruire i suoi aeroplani, avendoli già visti dagli esperimenti che stavano portando avanti i tedeschi.
La Boeing è una società americana con sede ad Everett a pochi km da Seattle. Le dimensioni di questa fabbrica sono immense. Qui abbiamo potuto vedere come viene costruito un aereo e come viene gestita una complessità che può arrivare all’assemblaggio di 6.000.000 di parti diverse. Boeing da lavoro a 150.000 dipendenti e fattura circa 60 miliardi di dollari.
La sicurezza interna della fabbrica non ci ha permesso di portare nulla con noi, non è stato possibile scattare nessuna foto all’interno degli stabilimenti.
A differenza di tutte le altre esperienze, questa è stata una visita turistica. Non avevamo un incontro riservato alla delegazione. Ma questo non vuol dire che non sia stata utile per capire come costruire un aeromobile sia assimilabile alla definizione di “come costruire una nazione”.
Si, perché la potenza di una nazione si vede anche da queste cose.
A parer mio la valutazione che bisogna fare non è tanto nel come loro sono capaci a realizzare una fabbrica di queste dimensioni, ma nella scelta di che cosa fare!
La cosa difficile per un popolo è avere la visione del proprio futuro. Singolarmente possiamo averla tutti, ma questo non credo sia importante per la comunità in cui si vive.
Possiamo scegliere di fare gli agricoltori, i pastori, gli informatici, i finanzieri. Ogni territorio del mondo si contraddistingue per quello che è in grado di fare. Tutti possiamo fare tutto, ma solo se decidiamo di farlo.
Gli americani non guardano tanto se c’e’ già qualcuno che fa un determinato lavoro, loro lo rifanno e cercano di farlo meglio di chi lo fa già.
Noi cosa abbiamo scelto di fare?
Gli italiani hanno scelto anni fa e hanno scelto bene, dagli anni 50 per circa 40 anni l’Italia ha vissuto un periodo di crescita senza sosta. Ha scelto di fare molte cose  e le ha fatte bene.
Ma ora? In che situazione siamo?
Le fabbriche le abbiamo chiuse, il turismo è trascurato, le telecomunicazioni sono indietro, abbiamo smesso di fare le infrastrutture per il nostro paese.
L’Italia non ha una visione per i propri figli. L’Italia si è fermata. L’Italia è in mano ai vecchi, non si è rinnovata e quindi non ha interesse a guardare al futuro.
La classe dirigente a tutti i livelli (non solo politici quindi) è invecchiata e come tutte le cose che invecchiano, rallentano fino a fermarsi.
E’ giunto il momento di riprendere in mano il futuro del nostro paese. La classe dirigente va ringiovanita.

1 commento:

  1. Ottima conclusione Andrea, e mi piace come si focalizzi sulla estrema necessitàdi una visione.

    Una vision che è indispensabile per inidirizzare le nostre scelte, per aiutarci a farle, per avere un controllo della innovazione, della tecnologia, della economia, che sia per ogni singolo business plan, per ogni singolo territorio, singola città, o per l' intera nazione. Quello che dai tuoi post è emersa è la necessità di analizzare e raggrupparci intorno a un obiettivo comune , non solo peerchè collaborare è eticamente soddisfacente ma anche economicamente vantaggioso, ed efficace. Non posso che ripartire dalle tue conclusioni affinchè ai nostri bambini e ragazzi non solo non uccidiamo i tanti perchè, ma riusciamo a fornire un come si fanno le cose, in modo che non si ritrovino spaesati a cercare le tante vie di fuga possibili oggi . Giovanni

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